DSA, BES e ADHD: cosa c’è dietro queste sigle?

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INDICE

Chi rientra nei DSA? Quali patologie rientrano nei BES? Qual è la differenza tra DSA e BES? Cosa sono i BES? Che cos’è l’ADHD? Che differenza c’è tra DSA e ADHD?

Queste sono solo alcune delle domande più comuni che ci si pone quando ci si trova a confrontarsi per la prima volta con queste realtà.

Ormai si è abituati a parlare per sigle, utilizzando quasi sempre esclusivamente termini stranieri. Questo però spesso appiattisce i significati e può lasciare “i non addetti ai lavori” confusi, disorientati, spaesati, soprattutto in un primo approccio a questo tipo di problematiche.

Talvolta si smette anche di domandarsi a cosa corrispondano questi acronimi e quale sia il loro vero significato.

Non bisogna dimenticare che dietro queste sigle si nasconde un mondo complesso fatto di bambini e ragazzi che, con i loro genitori, vivono disagi e difficoltà. 

Riteniamo perciò importante fare luce sul significato di queste sigle che, inutile dirlo, sono tutt’altro che semplici etichette.

DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento)

Con l’acronimo DSA ci si riferisce ai Disturbi evolutivi Specifici di Apprendimento, come la dislessia (disturbo specifico della lettura), disortografia (disturbo specifico della compitazione), discalculia (disturbo specifico delle abilità aritmetiche).

Questo tipo di disturbo solitamente ha un esordio in età infantile. Non si tratta di un semplice disturbo di apprendimento generalizzato, ma il disturbo è riferito ad uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma circoscritto, mentre rimane intatto il funzionamento intellettivo generale.

Come avviene la diagnosi DSA

Esistono percorsi di valutazione degli apprendimenti e delle funzioni cognitive rivolti a bambini, ragazzi ed adolescenti.

Il processo di valutazione prevede l’analisi degli apprendimenti scolastici (lettura, scrittura e calcolo) e le funzioni cognitive ad essi associate (come la memoria e l’attenzione) unitamente agli aspetti emotivi e motivazionali; nonché l’esclusione o l’inclusione del disturbo ADHD (può capitare che ci sia una presenza di entrambi i disturbi).

Una corretta valutazione risulta fondamentale per evitare che l’alunno collezioni esperienze di fallimento dovute alla fragilità nelle sue capacità di apprendimento.

Cosa si nasconde dietro queste difficoltà?

Alcune ricerche hanno evidenziato che ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace, un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente e faciliti il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici.

L’intervento

Lo studente con DSA ha bisogno di imparare a gestire il tempo a sua disposizione in modo ottimale e saper sfruttare al meglio quelle abilità cognitive che svolgono funzione di controllo sul processo di apprendimento per poter sistematizzare, pianificare, recuperare le informazioni.

Mariani1 definisce 4 canali sensoriali con cui l’informazione può essere percepita e che caratterizzano in modo particolare l’accesso alle informazioni, vediamoli uno per uno.

Visivo-verbale (PREFERENZA PER LA LETTO-SCRITTURA)

Prendere appunti in classe e rileggerli a casa, riassumere per iscritto quanto si è letto, prendere nota delle istruzioni per i compiti e le lezioni, avere istruzioni o spiegazioni scritte, accompagnare grafici e diagrammi con spiegazioni scritte in generale, elencare per iscritto ciò che si desidera ricordare. Questo generalmente rappresenta il canale meno usato dagli studenti con DSA.

Visivo- non verbale (PREFERENZA PER IMMAGINI, DISEGNI, FOTOGRAFIE, GRAFICI)

Usare disegni, mappe multimediali in cui inserire parole-chiave, immagini, grafici per ricordare i termini e per riassumere il materiale da studiare. Fare ricorso al colore nel testo per evidenziare le parole chiave e nelle mappe multimediali per differenziare i diversi contenuti e livelli gerarchici. Sfruttare gli indici testuali prima di leggere il capitolo di un libro. Creare immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto utili per il recupero dei contenuti.

Uditivo (PREFERENZA PER L’ASCOLTO)

Prestare attenzione alle spiegazioni in classe. Sfruttare il recupero e la verbalizzazione delle conoscenze pregresse su un dato argomento. Richiedere spiegazioni orali agli insegnanti. Registrare le lezioni a scuola, registrare la propria voce mentre si ripete a voce alta. Trasformare le pagine del libro in formato audio per poi ascoltarle. Usare la sintesi vocale per la lettura. Lavorare in coppia con compagni.

Cinestesico (PREDILIGE ATTIVITA’ CONCRETE COME FARE ESPERIENZA DIRETTA DI UN PROBLEMA O CONCETTO)

Fare prove nelle materie in cui è possibile trasformare in pratica ciò che si deve studiare. Suddividere in maniera chiara i momenti di studio da quelli di pausa. Alternare momenti in cui si sta seduti a momenti in cui ci si alza. Creare mappe, grafici, diagrammi di ciò che si studia.

Le preferenze nell’uso delle proprie abilità e le strategie cognitive impiegate nel risolvere un compito definiscono lo stile cognitivo usato dal soggetto.

È proprio questo il servizio che Tandem offre ai suoi studenti: la possibilità di far emergere i diversi stili di apprendimento e renderli più consapevoli, a loro volta, delle proprie caratteristiche cognitive.

BES (Bisogno Educativo Speciale)

La sigla BES non indica un disturbo, il BES è il Bisogno innescato da una diagnosi DSA. Ogni tipo di Disturbo Speciale dell’Apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia) comporterà un Bisogno Educativo Speciale che si tradurrà in una didattica e un piano educativo personalizzati. 

I BES sono un concetto pedagogico, non una categoria diagnostica, i BES non si certifica. Una volta compreso il disturbo specifico o la problematica si individuano i BES per realizzare un progetto didattico individualizzato.

Molto importante è sottolineare che gli studenti che presentano Bisogni Specifici non sono solo coloro che hanno Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma anche tutti quei ragazzi che hanno bisogno di attenzioni particolari, per via di una disabilità, uno svantaggio sociale, culturale, economico o linguistico.

ADHD ( Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il ADHD è un disturbo dell’età evolutiva che si manifesta bambini in età scolare, caratterizzato da inattenzione, iperattività e impulsività.

 I bambini che presentano questo disturbo fanno fatica a focalizzarsi su un’attività, a rispettare il proprio turno per un gioco o per parlare, a controllare il proprio comportamento, a pianificare un compito o/e portarlo a termine, a concentrarsi, a prestare attenzione o a seguire una conversazione. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sul rendimento scolastico e la loro capacità di relazionarsi in un contesto sociale.

Sono bambini iperattivi, non riescono a stare fermi in un posto si muovono in continuazione e toccano tutto quello che trovano, interrompono spesso le conversazioni e agiscono impulsivamente senza valutare le conseguenze delle loro azioni che potrebbero mettere anche in pericolo se stessi o gli altri.

Naturalmente molti bambini presentano talvolta alcuni di questi comportamenti ma quello che può far pensare alla presenza di un disturbo ADHD è la frequenza, la durata nel tempo e la gravità.

Conclusioni

È importante ricordarsi che un bambino vivace non è iperattivo, che un bambino con qualche difficoltà a scuola non è dislessico e che se ci sono dei brutti voti in matematica quando si affrontano i primi compiti non siamo di fronte a discalculia.

Nel caso in cui determinate difficoltà o comportamenti risultino particolarmente gravi e persistenti nel tempo è invece opportuno rivolgersi a specialisti in grado di effettuare una diagnosi.

Nell’affrontare questi disturbi la sinergia tra i clinici, la famiglia e la scuola è di fondamentale importanza, il percorso psicologico deve coinvolgere genitori, insegnanti e bambini ciascuno con modalità diverse ma in modo armonico. 

 Oltre al tutoring didattico per i ragazzi, esistono infatti anche percorsi specifici per i genitori (Parent training) che guidano accompagnano e supportano i genitori di bambini che presentano questi disturbi al fine di aiutarli a creare uno spazio di condivisione e migliorare la comunicazione di emozioni ed esperienze tra genitori e figli.

Qui in Tandem la nostra équipe di psicologi, logopedisti, pedagogisti e tutor dell’apprendimento segue i ragazzi e i genitori in questo delicato percorso fin dalla diagnosi.

Se hai bisogno di un confronto, contattaci o vienici a trovare, risponderemo a tutte le tue domande.

Se un bambino non ha lo stesso passo dei suoi compagni è forse perché ode un diverso tamburo, lasciatelo camminare sulla musica che sente quale che sia il suo ritmo.

Henry David Thoreau


  1. Mariani L. Portfolio. Strumenti per documentare e valutare cosa si impara e come si impara. Zanichelli, Bologna – 2000

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